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Ero il suo giocattolo
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28.12.2024 |
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"Da sola mi tolsi la bottiglietta, andai in bagno, mi lavai e cambiai..."
Lo conobbi sul sito di annunci e dopo pochi messaggi ci incontrammo. Cosimo, un bell’uomo gentile ed educato ma un po’ strano, con me gli piaceva solo fare giochetti erotici e presto diventai il suo giocattolo. Però, dopo tre volte non mi è più piaciuto perché l’amico ha esagerato facendomi male. Si era presentato come maschio dominante ed a me in quel periodo piaceva essere sottomessa ed usata, per cui, curiosa, accettai il suo invito. La prima volta ci incontrammo a metà strada tra le due città dove vivevamo, e mi guidò ad un casolare di campagna parzialmente ristrutturato ed arredato. Era inizio primavera e non c’era nessuno durante la settimana, ci incontravamo il mercoledì o giovedì il primo pomeriggio, verso le 3 p.m. Le altre volte che ci incontrammo ci si trovava direttamente al casolare.
Penso fosse il titolare di un negozio di abbigliamento perché portava sempre parrucche o vestitini che voleva indossassi. A quei tempi il mio guardaroba era il minimo indispensabile: un corpetto, perizoma, autoreggenti velate e scarpe décolleté tacco 8 cm, minigonna, tutto nero. Mi truccavo poco: rimmel, fondotinta, rossetto. Ero giovane (sui 35 anni), una Angie incompiuta ma con un bel fisico, culo sodo e molto, molto vogliosa di esperienze da femmina servizievole.
Le parrucche dovevano essere quelle dei manichini, perché erano di scarsa qualità e di colori vivaci: verde, rosa, biondo. I vestitini erano soprattutto sottovesti o baby-doll, sempre rosa. Cosimo mi voleva così, coperta con poco sopra ed a culo gnudo. Già, perché si divertiva quasi solo col mio culo, con quella che era già la mia figa-anale.
Dopo il primo incontro la procedura è sempre stata la stessa: entrati andavo in bagno a prepararmi; lui mi aspettava in un salottino, vestito sopra, senza pantaloni e mutande, ma con scarpe e calzini. Fin da subito gli piacque fare il duro: “vieni, fammi vedere come succhi, quanto troia sei”, “ben volentieri caro”. Lui in piedi ed io inginocchiata lo pompavo con gusto.
Ma mi faceva smettere quasi subito. Voleva giocare col mio culo e cominciava a suon di schiaffi sulle chiappe, ordinandomi di mettermi a pecorina su un tavolinetto basso del salotto con sopra un coperta. Una volta posizionata mi metteva il cazzo in bocca (niente di eccezionale) ordinandomi di succhiarlo un po’ per farglielo indurire. Per poco però, perché non vedeva l’ora di dedicarsi al mio culo voglioso e già lubrificato, e lo schiaffeggiava dicendo “ti piace prendere cazzi troia, eh? Guarda lì che culo sfatto c’hai! Ora te lo sfondo per bene, vedrai che te lo ricordi”, timorosa ma eccitata dicevo “oh sì caro, fammi vedere, divertiti pure, son qui per questo”.
Non mi ha mai scopata, solo si divertiva a penetrarmi con oggetti vari. La prima volta cominciò col manico di una scopa (e mi fece ricordare la prima volta che mi penetrarono da adolescente, proprio col manico di una scopa), quasi non lo sentivo ma, per eccitarlo, gemevo “oh sì caro, sfondami, però prova con qualcosa di più grosso”. Si mise a cercare e trovò una bottiglietta di coca-cola da 33 cl: “va bene questa? Però non piangere perché te la metto dentro e non smetto”, “non ti preoccupare, puliscila per bene e fammi vedere se la sai usare, se ce la fai a sverginarmi”. Non sapeva l’amico che io, fin dall’adolescenza, ho amato le dilatazioni per cui avevo proprio una figa-anale e non certo vergine. Alle mie provocazioni il maschio si eccitava e con forza me la fece entrare facilmente fino a metà dall’imboccatura ed io “oh sì! Che bello, adesso mettila dentro dal fondo” (6 cm di diametro), “sei sicura? Secondo me ti spacco il culo”, “vai, non ti preoccupare”. E così la bottiglietta ben lubrificata mi entrò dentro senza nemmeno forzare troppo, “oh sìììììì “, gemevo io per il godimento misto a dolore. Mi lasciò la bottiglietta piantata quasi tutta dentro –sensazione indescrivibile, mi sentivo riempita, dilatata- eccitatissima gemevo “oh sì, oh sì…”, venne davanti e tremante per l’eccitazione me lo mise in bocca dicendo “pompami e guai a te se la fai uscire, che troia sei, come sei sfatta, chissà quanti cazzi hai preso te!”, “tanti caro, mi piacciono i maschi e mi piacciono quelli come te che mi sfondano il culo”, purtroppo il maschio venne quasi subito. Mi bevvi il suo abbondante sperma. Gli passò l’eccitazione e “vestiti che devo andare”. Da sola mi tolsi la bottiglietta, andai in bagno, mi lavai e cambiai. Certi maschi inesperti son così, egoisti, sborrano e si scordano di tutto. E quella fu la prima volta. Niente di eccezionale, però fu lui, con mio gran piacere, a cercarmi di nuovo la settimana seguente. Ci trovammo direttamente alla casa colonica.
La seconda volta arrivò già più attrezzato. Subito mi dette una vestaglietta rosa trasparente da indossare, sotto nuda e solo con le autoreggenti e scarpe décolleté, parrucca rosa. Mi ordinò di posizionarmi a gattoni sul solito tavolinetto mostrandomi gli oggetti per “sfondarmi il culo” come diceva lui. Candele di vari diametri (fino a 8 cm), melanzane, ma anche un cartone di 6 bottigliette di Prosecco da 37 cl. Quindi, come al solito, dopo una mia spompinata cominciò i giochi. Prima le candele, 4,5,6, non ricordo, però mi dilatò ben bene finché non riusciva a metterne di più, aprendomi forse fino a 8 cm. Poi le melanzane oblunghe, che a lui piaceva far entrare ed uscire godendo alla vista della mia figa dilatata. Ogni tanto mi alzavo per sgranchirmi le gambe o andare in bagno, ma lui ordinava: “tieni la melanzana dentro, guai a te se la fai uscire, e cammina ben eretta”. Per me era un piacere sculettare col culo riempito dal grosso vegetale. “Vieni che ora ci divertiamo per davvero”, mi riposizionò sul tavolinetto, “mettiti bene giù a pecorina, ma col culo in su più che puoi”, e senza tanti preamboli inserì dal fondo una bottiglietta di Prosecco. Non entrava facilmente, Cosimo doveva girarla e, facendo pressione, spingerla dentro, saranno stati 6 o 7 cm di diametro, ma la bottiglietta spinta dentro dal fondo e senza rotondità faceva male ed io mugolavo, “stai zitta, per favore, troia”. Cosimo era eccitato e pensava solo a se. Finalmente la bottiglietta entrò con uno di quei dolori acuti, lancinanti che hai quando ti aprono la figa-anale. Avevo voglia di scappare ma lui sculacciandomi forte mi trattenne: “Stai ferma cazzo senno versi tutto!”. La bottiglietta era aperta e Cosimo mi ordinò di alzarmi piano piano e si fece versare lo spumante in un bicchiere, offrendone anche a me, come ricompensa. E così ci bevemmo tre bottigliette piantate nel mio culo, una dietro l’altra. Finita una inseriva un’altra e via. Ormai ero ben aperta ed era un piacere servire il maschio, farlo contento. Ma guai se io facevo versare il vino, dovevo sempre stare attenta a tenere il culo in su. Finita la terza bottiglietta, ero pronta per la quarta ma mi sentii riempire dal liquido fresco, mi aveva vuotato dentro una bottiglietta di Prosecco gonfiandomi ed intimandomi di non far uscire niente e, per essere sicuro, mi tappò la figa con un’altra bottiglietta, sempre inserita dal fondo. Mi sentivo gonfia, sensazione nuova, e più io mugolavo per il gonfiore e la necessità di liberarmi e più lui si eccitava, stantuffandomi con la bottiglietta di Prosecco. Mi ordinò: “vieni in bagno e guai a te se fai uscire, la bottiglia”, sentivo un bisogno impellente di liberarmi. In bagno Cosimo tolse la bottiglietta ed una cascata di Prosecco uscì dalla mia figa-anale, lui raccolse il liquido al volo con un bicchiere e ne bevemmo tutti e due: un giochetto veramente erotico ed emozionante mai fatto prima. “Che troia sei, ti piace vero?”, “oh sì caro, sei contento di me?”; “abbastanza maiala che non sei altro”. Non ancora contento però stava lubrificando una bottiglia bordolese da vino, al fondo ha un diametro di 8 cm ed è difficile farla entrare, non è tondeggiante e morbida come una candela o una melanzana. “Lubrificati per bene il culo che ora ti sfondo per davvero”, “certo caro, come vuoi te”, “e succhiami”. Il lubrificante era sempre e solo olio d’oliva, non il più efficiente, ma a lui piaceva. Entrò a forza con la bordolese, girandola e forzando incurante dei miei gemiti, ancora un dolore lancinante, ma la bottiglia era dentro, e lui contento la spingeva e la muoveva veloce avanti e indietro: mi sentivo scombussolare tutta dentro la figa-anale perché la bottiglia aveva fatto il vuoto d’aria ed a ogni stantuffata aspirava e spingeva. Io piangevo per il dolore e lui eccitatissimo “che troia sei, te l’avevo detto che ti spaccavo il culo, non meriti altro te, sei troppo maiala e ti piace!”. Aveva ragione. Pian piano il dolore passò, meno male che la mia figa-anale non si era fessurata. Così terminai spompinando il maschio con la bottiglia piantata dentro, facendolo venire, bevendomi il suo nettare e lui come al solito: “uuuu è tardi, sbrigati che devo andare”. Ma al terzo incontro Cosimo sarebbe andato un po’ troppo oltre.
Cosimo voleva provare cose ancor più estreme. Al solito aveva portato un baby-doll rosa e parrucca gialla che indossai con le mie autoreggenti e décolleté nere. Come sempre poco trucco, a culo nudo, ben lavato dentro, cremoso e profumato. “Vieni, sul tavolino. Succhiami un po’”, dopo il nostro primo incontro Cosimo aveva smesso di essere gentile, si era reso conto che mi piaceva essere servizievole e comandata, quindi solo ordinava. Cominciò come al solito a giocare col mio culo, schiaffeggiandolo e dicendo “oggi ti sfondo per davvero, vedrai”, lo diceva tutte le volte, quindi io tranquilla “oh sì caro, sono tua, divertiti pure”. Cominciò con le solite candele di quelle piccole da circa 3 cm di diametro, me ne metteva 1,2,3,4,5,6 finché non entravano più: non so quante perché io non potevo vedere, solo sentivo la figa dilatarsi e gemevo di piacere. Ma questa volta il diametro a cui era riuscito ad arrivare forse era di 10 o più cm: sentivo la figa-anale tirarmi, ma mi piaceva e più io ci stavo e più lui si eccitava. Poi mi chiese di star bene a culo ritto, io tenevo il viso che poggiava sul tavolino e non sapevo quel che stava facendo. Sentii un calore latente, poi gocce che mi bruciavano sul culo: aveva acceso le candele! Illuminavo la penombra della stanza come una lampada. Cosimo mise uno specchio di lato affinché mi vedessi, incredibile la luce che facevo con tutte le candele accese, però la sorpresa ben prestò diventò paura, le candele una vicino all'altra si scioglievano e gocciolavano cera, allargando le gambe cercavo di evitare che mi bruciasse e Cosimo che si arrabbiava “non ti muovere cazzo che mi bruci la coperta!”, ed io “ma mi gocciola la cera e fa male”, la fiamma di tutte quelle candele a mazzo nel mio culo era sempre più grande e calda “spengi, per favore, spengile”, e lui “stai su col culo, voglio vedere come ti ricopri di cera”, cercavo di assecondarlo, sentivo la cera bollente colarmi sulle chiappe, sullo scroto e bruciava anche se un po’ meno perché la nuova cera colava sull’altra di prima. Cosimo eccitatissimo “guarda lì che lampada sei, tutta incerata, che troia, ti piace eh, dì la verità”, “no caro non mi piace più, mi brucia, ora basta” e mi alzai. Cosimo allarmato finalmente spense tutto “fai piano cazzo, troia che non sei altro, fai incendiare la coperta”. Non successe niente e lui si calmò carezzandomi e spandendomi la cera sul culo, io lo lasciavo fare affinché si calmasse. “Hai un po’ esagerato, Cosimo”, e lui “per niente, ora viene il bello, vedrai che ti sfondo per davvero”. Adesso ero un po’ impaurita. Arrivò con una bottiglia bordolese da vino. Già sapevo dalla volta precedente la difficoltà di prendermela dentro la figa-anale, però non sapevo dir di no alle dilatazioni. “Vieni, mettiti a pecorina sul tavolino e succhiami mentre lubrifico la bottiglia. Te lubrificati per bene la figa”. Obbediente faccio quel che dice. Quindi, col viso poggiato sul tavolino ed il culo ben aperto mi offro al maschio eccitato. All’inizio sento che entra con la bottiglia dall’imboccatura e godo. Poi Cosimo esce e comincia a girare il fondo della bottiglia sulla figa, gira e spinge. Capisco subito che il diametro di questa bottiglia è più grande della bordolese del giorno prima. Non riesce ad entrare, ma lui spinge con forza, la figa mi tira cercando di accogliere il cazzone di vetro. Obbediente, godo per la dilatazione estrema: il culo della bottiglia saranno stati 10 cm duri di vetro. Improvvisamente entra, entra come se avesse rotto qualcosa, sento il solito dolore acuto, insopportabile. “Ecco vai, che troia, è entrata anche questa”. Cosimo incurante spinge con la bottiglia, e stantuffa avanti e indietro, io piango per il dolore ma resisto, sperando che passi presto. Però sento un liquido caldo che corre sulle cosce, mi tasto: sangue! Mi ha fessurato, mi ha spaccato per davvero il culo. Devo correre in bagno e sciacquare con acqua ben fredda. Ma Cosimo, invece di comprendere si arrabbia: “cazzo, hai macchiato la coperta, ma quanto sanguini”, non si diverte più. Toglie la bottiglia. Libera finalmente. “Dammi della carta per favore” chiedo. Mi tampono e pulisco come posso, poi corro in bagno e mi sciacquo. Lascio un tampone di carta nella figa-anale e mi rivesto. Torno in sala ed anche Cosimo si è rivestito, non si è fatto nemmeno spompinare stavolta e mi spiace: “vuoi che ti faccia un pompino prima di andare?”, “no, mi hai fatto incazzare, hai rotto l’incantesimo e mi è andata via la voglia con tutto quel sangue”, “ma non è colpa mia caro, io ci sono stata, sei te che mi volevi rompere il culo e l’hai fatto”.
A volte i maschi in preda agli ormoni sono irrazionali. Negli anni li ho capiti sempre meglio ed ho imparato a gestirli quando sono in calore: li faccio godere, li faccio giocare come più piace a loro, mi fanno godere però ho imparato a prevenire eccessi pericolosi. Se Cosimo fosse stato meno irrazionale ed emotivo forse avrei continuato ad essere il suo giocattolo perché non ho mai saputo resistere alle dilatazioni sempre più estreme fino, anni dopo, anche al “fisting” con due mani. Ma quella fu l’ultima volta che ci vedemmo. Io non lo cercai più e lui nemmeno.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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